Idea Pensione

Idea Pensione: L’importanza di un’educazione previdenziale

Idea Pensione – L’Italia è un paese caratterizzato da bassissimi livelli di natalità, costante invecchiamento della popolazione e bassi tassi di occupazione ed è per questo che per garantire crescita e stabilità occorre puntare sulla qualità del capitale umano.

La crisi economica e le politiche di contenimento dei costi della spesa pubblica hanno determinato un forte aumento del rischio occupazionale e pensionistico e in particolare del rischio legato al sostentamento della popolazione lavorativa. Tutto il complesso di politiche pubbliche deputate al miglioramento delle condizioni di vita delle persone risultano essere estremamente squilibrate a favore dei settori più anziani della popolazione con una scarsa attenzione alle generazioni più giovani che ricevono investimenti sempre minori.

A ciò si aggiunge il mutamento dello scenario previdenziale.

Nel passato la pensione era commisurata all’ultimo livello retributivo. Oggi si utilizza il metodo contributivo. Facendo una previsione di ciò che accadrà possiamo tranquillamente dire che nel 2036 chi andrà in pensione con l’ultima retribuzione di 2500€ riceverà un assegno pensionistico di circa 1450€, a fronte di un assegno di 2310€ di oggi. In più in passato oltre al flusso della pensione c’era anche il TFR che permetteva di integrare in maniera consistente l’assegno pensionistico. Oggi, a causa dei tassi a 0, il TFR non è in grado di integrare significativamente la pensione.

Nel 1996 potevamo investire il TFR in Titoli di Stato al 10%, oggi abbiamo un rendimento dell’1%, del tutto inadeguato ad integrare il flusso pensionistico. Infine c’è un fattore di instabilità del posto di lavoro che incide negativamente sulla capacità di generare risparmio.

Questa situazione impone a ogni cittadino di impegnarsi in prima persona per la costruzione e il sostegno del proprio futuro. Nasce l’esigenza di una “coscienza previdenziale” in grado di responsabilizzare i comportamenti individuali rispetto a uno scenario sociologico ed economico in continuo mutamento, per far sì che ognuno possa attingere alle proprie risorse riuscendo così a salvaguardare il proprio futuro pensionistico. Ma i dati sull’alfabetizzazione finanziaria dell’Italia non sono confortanti, il livello è ben lontano da quello della media dell’Ue.

L’importanza di un’educazione previdenziale è riconducibile anche al fatto che chi è meglio in grado di capire la finanza è più probabile che investa in azioni e fondi e che riesca ad evitare esposizioni a alte forme di indebitamento.

In un quadro come questo si fa sempre più importante l’acquisizione della consapevolezza dell’esistenza di una forma pensionistica complementare in cui il risparmiatore, dopo aver valutato esattamente la cifra da versare periodicamente, può analizzare costi e benefici per definire il proprio profilo di rischio e di rendimento.

Dati di oggi testimoniano che nel 2016 l’andamento dei fondi pensione ha chiuso con rendimenti nettamente superiori al TFR lasciato in azienda. Inoltre,  nonostante gli italiani a causa della crisi economica non riescano a mettere da parte granché, la Covip (Commissione di vigilanza sui fondi pensione) ha presentato dati secondo i quali le abitudini previdenziali degli italiani sono cambiate: a fine 2016 gli iscritti alla previdenza complementare erano 7,8 milioni, complice anche la deducibilità fiscale.

Oggi vengono messi a disposizione dei lavoratori validi strumenti per poter effettuare in modo semplice e veloce l’analisi della propria posizione previdenziale per riuscire così a trovare soluzioni personalizzate ad ogni tipo di esigenza. Ad esempio esistono piani individuali pensionistici di tipo assicurativo, che prevedono di ottenere, al momento del pensionamento, una rendita vitalizia complementare alla pensione pubblica e che oltre al vantaggio della deducibilità fiscale, godono anche delle garanzie civilistiche proprie di tutti i contratti assicurativi, rappresentate in particolare dalla impignorabilità e insequestrabilità del patrimonio investito in una polizza assicurativa.

In conclusione, nel passato ci si poteva permettere il lusso di non pianificare la propria pensione, oggi c’è la necessità di una pianificazione accurata e i clienti vanno accompagnati in questo percorso.

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